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di Hiner Saleem, con Ivan Franek, Romen Avinian, Lala Sarkissian
(Armenia - Kurdistan, 2003)
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Curdi e armeni che si parlano come fossero di Sesto San Giovanni: mah, pare che il pubblico che ancora frequenta le sale non gradisca i sottotitoli. Sarà per questo che il film suona a tratti cosi falso? Eppure ci sono splendidi e significativi paesaggi sotto la neve; prima di un disgelo che sa vagamente di primavera, e che costituisce una delle poche ragioni di rallegrarsi nel film. E un autista di bus che non fa pagare la corsa intonando canzoni in francese; un vedovo sontuosamente canuto la cui frequentazione del cimitero permette di avvicinarsi alla bella vedova che assomiglia ad una Alida Valli comprensibilmente consunta; un cavaliere che transita al galoppo come per caso ogni qualvolta la cinepresa inquadri nei paraggi. Tutte cose che piacciono. Premiato alla sezione Controcorrente dell'ultima Venezia, VODKA LEMON contiene tutti gli ingredienti di quei film georgiani di un paio di generazioni fa che tanto amavamo. Ma di quelli infinitamente godibili di Ioselliani manca terribilmente il segreto per trasformare il patetico in assurdo, in addirittura umoristico ed eventualmente poetico. Certo, come non provare rispetto per questo (improbabile) vogliamoci bene dilagante che affratella etnie caucasiche notoriamente a rischio di distruzione reciproca; o non ammiccare alle (altrettanto ipotetiche, in quella miserabile emarginazione) riflessioni di quei poveretti sulla bontà sotto Stalin di scuole ed ospedali. Lo sguardo di Saleem è sicuramente tenero e generoso; ma è il tono(e la qualità che ne deriva) del suo linguaggio a flirtare pericolosamente con il pietismo.
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Il film in Internet (Google)
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 Film dello stesso regista |
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Armenia - Kurdistan
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